Caeruleus Tibris, coelo gratissimus amnis.
“Wander”, il viaggio, l’esplorazione lenta e contemplativa di luoghi ed esperienze. È secondo questa visione che Ferdinand Gregorovius, storico tedesco, ci racconta l’Italia del XIX secolo, lasciandoci un prezioso resoconto del suo viaggio in Wanderjahren in Italien, pubblicati tra il 1856 e il 1877. Attraverso questi scritti Gregorovius si fa portavoce di un testimone storico tanto silenzioso quanto essenziale per la vita della città eterna: il Tevere. Dalle grandi piene dell’antichità fino al XIX secolo, questo fiume ha sempre imposto la sua presenza, sfidando continuamente progetti e tentativi di controllo quasi sempre rimasti incompiuti. Il grande Giulio Cesare fu tra i primi a proporre una deviazione del Tevere per ovviare ai danni causati dalle esondazioni e dunque proteggere Roma, un’idea che, secoli dopo, fu ripresa da Giuseppe Garibaldi, senza però mai trovare reale attuazione. Il biondo Tevere continuò così a scorrere indisturbato attraverso l’Urbe, conservando il suo ruolo di custode della storia. Immergendosi nelle parole di Gregorovius sarà dunque possibile entrare nel vivo dei racconti, dei progetti e delle riflessioni su un fiume che è protagonista indiscusso della storia della capitale. E se il Tevere con la sua forza è riuscito ad imporsi e rimanere lo stesso, Roma senza il suo fiume sarebbe davvero la città che conosciamo?
€ 22
Un prestigioso volume disponibile in 2 lingue (inglese e italiano) rilegato in filo refe, con copertina rigida plastificata e pagine interne da 150gr, dimensione 15x15.
Togliere il Tevere a Roma sarebbe più che togliere gli occhi ad un volto umano, e lasciare al loro posto le vuote occhiaie.